La storia della comunità di San Raffaele inizia ufficialmente il primo settembre 1959, giorno in cui il vescovo Emilio Biancheri (1908-1982) decreta l’erezione della nuova parrocchia.

Nel nome di Dio. Amen.
Nella zona compresa tra Via Verucchio e il nuovo quartiere INA-CASA sul fiume Marecchia, in comune di Rimini, è sorto un importante complesso edilizio in continuo aumento. […]
Ora per meglio provvedere ai bisogni spirituali di detta zona, di Nostra Autorità Ordinaria a norma del Diritto Canonico dimembriamo e dividiamo dalle Parrocchie S. Gaudenzio, S. Andrea dell’Ausa, S. Lorenzo a Monte, e col presente formale
Decreto
erigiamo la nuova autonoma parrocchia col titolo “S. Raffaele Arcangelo”

Dal documento si viene a sapere che nella zona c’era una chiesetta detta “Cella Bilancioni” utilizzata per il culto; che l’area fabbricabile per la futura chiesa fu donata dal cavaliere Raffaele Venturini e che il primo parroco designato fu don Vittorio Maresi.
La “Cella”, concessa in uso dalla signora Bilancioni, era ed è situata in via Marecchiese e custodisce un’immagine della Madonna molto venerata. Dal 1993 appartiene alla parrocchia.
Il cavaliere Raffaele Venturini, per il quale la chiesa è intitolata a S. Raffaele, donò anche la sua villa con ingresso sulla via Marecchiese, chiamata “Casa Betania”, alle Suore Francescane Missionarie di Cristo (Suore di S. Onofrio).

Nel mese di settembre del 1960 il vescovo chiede al cappellano di Savignano sul Rubicone don Andrea Baiocchi (1930-2016), originario di S. Vito, di diventare il parroco di S. Raffaele, il quale annota: «Eccetto i mq. 4759 di terreno, manca tutto». Ma don Andrea non si abbatte e nel giro di pochi anni avvia opere e imposta liturgie e catechismo. Nella lettera con cui si presenta ai parrocchiani si legge: «Chiedo a tutti una cosa sola: che la nuova Parrocchia diventi una grande famiglia nella quale regni l’armonia e l’amore e ciascuno s’impegni a vivere secondo la legge di Dio» (23 ottobre 1960).

L’anno successivo iniziano i lavori di costruzione della nuova chiesa sullo stile del “centro INA-CASA” e il 29 ottobre 1961, alla presenza di monsignor Biancheri, viene inaugurata la chiesa parrocchiale in via Codazzi per una popolazione di circa 3031 persone. Quel giorno si distribuì la Prima Comunione a 61 bambini, si celebrarono 3 matrimoni e il vescovo amministrò 62 cresime. Don Andrea scrive nel suo diario: «La festa è un vero trionfo, la popolazione è entusiasta; oggi è stata posta la prima pietra di un grande lavoro pastorale».

Negli anni 1961-62 si costituiscono l’Associazione Donne di Azione Cattolica, il Circolo ACLI, il Consiglio della Gioventù femminile, l’Associazione Giovani e Uomini e la Giunta parrocchiale di AC, la Società Sportiva dei Delfini.

Agli inizi don Lazzaro Raschi, mentre è parroco a S. Martino in Venti, aiuta a lungo don Andrea, soprattutto per il catechismo e le confessioni.

Il 23 marzo 1963 nasce in parrocchia il Presidio della Legio Mariae, una delle prime aggregazioni laicali nella comunità, che si contraddistingue soprattutto per la preghiera (recita del rosario, meditazione e lettura delle regole) e per l’esercizio della carità verso i malati.

Nel biennio 1964-65 don Andrea avvia la pratica dei ritiri mensili. Di particolare rilevanza i ritiri per gli uomini che, in circa 18 anni, coinvolgeranno fino a un centinaio di persone in un ritmo di preghiera, fraternità e confidenza col prete che segnerà a fondo numerose famiglie e l’intera comunità.

Con l’assegnazione delle case popolari e con il proliferare di abitazioni private, il quartiere intorno alla parrocchia andò crescendo rapidamente, tanto che nel 1965 fu necessario dare un aiuto a don Andrea, mandando come cappellano don Sergio della Valle (1940-2002). Il cappellano, preparato teologicamente e liturgicamente, ma timido, si prende cura soprattutto della zona oltre la Circonvallazione, dei ragazzi e dei giovani. Insieme a don Andrea segue con amore e competenza la costruzione della chiesa nella zona Padulli e nel 1975 diventa il primo parroco di S. Domenico Savio, pur continuando ad abitare e a collaborare con la parrocchia di S. Raffaele.

Alla metà degli anni Settanta si può far risalire la nascita del Coro parrocchiale, mentre negli anni 1976-77 approda in parrocchia Gioventù Studentesca (CL) col compito di fare “caritativa” (cioè servizio di animazione per bambini e ragazzi) il sabato pomeriggio e la domenica, Messa compresa.

Nel 1978 il vescovo Giovanni Locatelli (1924-2004) manda a S. Raffaele il diacono Tarcisio Giungi, che l’anno dopo (il 20 maggio) diventa un giovane prete molto attivo, pieno di slancio, con un carisma particolare per i giovani, che, benché fermatosi pochi anni, ha lasciato una bella impronta tuttora presente e viva nella comunità. Con don Tarcisio si dissolve la presenza di Gioventù Studentesca e riprende vigore l’Azione Cattolica.

Nel 1982 don Andrea viene nominato direttore dell’Ufficio Economico Diocesano e don Sergio torna come parroco a S. Raffaele. A dicembre lo raggiunge l’accolito Giuseppe Vaccarini, il quale diventa diacono e poi prete nel 1983. Rimane come cappellano per dieci anni, occupandosi specialmente dei giovani, fino a quando è chiamato dal vescovo Mariano De Nicolò (1932-2020) a dar vita alla Missione diocesana in Albania. Con don Giuseppe, che dimostra grande amore e rispetto per la vocazione laicale, l’Azione Cattolica si rifonda compiutamente dando vita al Settore Giovani e, a seguire, il Settore Adulti.
Mentre don Sergio fa nascere e cura con particolare attenzione i Gruppi famiglie, il suo collaboratore dà vita al Gruppo liturgico che anima i riti coinvolgendo l’assemblea.

Il Gruppo di preghiera Padre Pio si costituisce in data 11 marzo 1984, in contemporanea con tanti altri gruppi dell’Emilia Romagna.

Il Campo Lavoro Missionario, la grande raccolta di oggetti usati, rottami e materiali di recupero, finalizzata a sostenere le missioni nel mondo e le realtà locali disagiate, nasce nella parrocchia di S. Martino a Riccione nel 1980. Alcuni giovani di S. Raffaele partecipano alla quinta e alla sesta edizione e tornando a casa decidono di “importare” l’iniziativa. Così, dal 1986 (fino al 2001) il campo di raccolta di Rimini viene ospitato a S. Raffaele.

Massimo Venturini (1967-2020) succede a don Giuseppe, per quattro anni, a partire dal 1993. Passato poi alla Resurrezione e a Villa Verucchio, dopo un tempo di riflessione decide nel 2000 di lasciare il ministero.

L’ultimo cappellano è don Paolo Lelli, che si ferma a S. Raffaele dal 29 giugno 1997 al 28 giugno 1999. Attualmente è parroco di Gesù Nostra Riconciliazione.

Sempre nel 1997 sorgono in varie case del territorio parrocchiale i Centri di ascolto del Vangelo, in cui lo studio della Parola, la meditazione e la preghiera si combinano con la conoscenza reciproca, le confidenze e la voglia di familiarità delle persone.

Nel giugno del 2001 don Sergio chiede a don Fausto Lanfranchi, suo successore a S. Domenico Savio, di lavorare nella parrocchia di S. Raffaele, perché la sua salute è a rischio: ha un tumore al fegato. Ma la sua preoccupazione non è per sé, bensì per la parrocchia che ha bisogno di aiuto. Don Fausto accetta e rimane a S. Raffaele per quasi un anno, fino alla morte di don Sergio avvenuta il 5 maggio del 2002.

Il riccionese don Giuseppe Bilancioni arriva a S. Raffaele il 20 luglio 2002, dopo essere stato parroco a Sogliano per undici anni. Vi trova oltre 6000 persone, con l’eredità di don Sergio e di don Andrea da far fruttare e con due verità nel cuore: “aiutare le persone a incontrare il Signore” e poter “essere utile agli altri”.

In occasione dei lavori di ristrutturazione dei locali parrocchiali, voluti da don Andrea per l’insediamento del nuovo parroco, nasce il Gruppo Tecnico o, semplicemente, GT. Si tratta innanzitutto di un variegato gruppo di amici, che negli anni è riuscito a coinvolgere sempre più persone, anche quelle più lontane o meno abili. Il GT contribuisce materialmente alla buona riuscita delle iniziative e degli eventi parrocchiali, nello spirito di servizio per cui “Si è più beati nel dare che nel ricevere!” (At 20,35).

Nel 2003 riceve impulso la Pastorale degli anziani, affidata a dinamici volontari, che fornisce uno Sportello di ascolto, riunisce le attempatelle Ragazze del Lunedì e accompagna mensilmente gli anziani al cimitero.

Studiata negli ultimi anni Novanta, preparata nel 2003 e avviata nel 2004, la Catechesi del Buon Pastore, rivolta ai piccoli di 3-6 anni, non si preoccupa di insegnare nozioni, quanto di mettere il bambino in relazione autonoma – secondo il metodo Montessori – con l’amore e la persona di Gesù. In stretta connessione con questa realtà opera il gruppo dei catechisti battesimali, attivo dal 2009, che si propone di stabilire un contatto con la famiglia dei battezzandi in un momento precedente a quello del rito, allo scopo di preparare i genitori all’importanza del sacramento che hanno scelto per i loro figli e per trasmettere loro il senso di accoglienza e di partecipazione dell’intera comunità parrocchiale. Anche la Catechesi ordinaria, mentre accompagna il cammino dei bambini delle elementari verso la Prima Comunione, si rivolge sempre più alle famiglie e alle loro necessità.

Dal 2004 il Centro estivo, oltre a garantire un servizio prezioso alle famiglie in una stagione impegnativa, favorisce la socializzazione, la condivisione nel gioco e nello studio, e l’incontro dei bambini con esperienze e generazioni diverse.

Nel 2010 il Circolo ACLI cede il posto al Circolo ANSPI, che consente un’ampia serie di iniziative ricreative, culturali e sportive in favore dei soci, secondo la concezione cristiana dell’uomo.

Tornato dalla Missione diocesana in Albania (dove aveva sostituito suo fratello don Giuseppe), don Giovanni Vaccarini viene nominato parroco di S. Raffaele dal 21 giugno al 29 settembre 2012. Il breve periodo è dovuto al ritorno di don Giuseppe Bilancioni, che ha vissuto alcune difficoltà di salute. Il suo rientro a S. Raffaele è facilitato e condiviso dalla disponibilità di don Giovanni ad assumere al posto suo l’incarico di parroco della comunità del Sacro Cuore di Gesù di Miramare (ruolo che riveste ancora oggi) e dal benestare del vescovo Francesco Lambiasi. Al momento del saluto, don Giovanni scrive nella lettera parrocchiale: «Ringrazio per il dono di una comunità cristiana matura che sa attirare il prete e lo sostiene, dove ognuno si prende le sue responsabilità, una comunità ricca di doni e generosità, di storia, di tradizioni, di vitalità».

Il 2020 si apre con l’emergenza pandemica del coronavirus (COVID-19) e proprio in quell’anno don Andrea Turchini diventa il nuovo Rettore del Pontificio Seminario Regionale Flaminio di Bologna. Gli subentra, quale parroco di Santarcangelo, don Giuseppe, che a giugno lascia dunque S. Raffaele alle mani di don Eugenio Savino, nell’ottica di coltivare una stretta collaborazione con don Renato Bartoli e con la parrocchia del Crocifisso, dove era precedentemente vicario parrocchiale.
Don Giuseppe saluta tutti ricordando che la «parrocchia è la fontana del villaggio, la casa comune ed il nostro quartiere, l’Ina casa, è proprio un grande villaggio, dove tutti ci si conosce e ci si frequenta; dove tutto è in comune». Gli fa eco don Eugenio con queste parole: «Penso che il parroco debba essere anzitutto padre di una comunità, fatta da figli e non da “numeri” da gestire. Ciascuno di voi rappresenta un frammento importante e prezioso del volto di Gesù, la cui storia – per un mistero grande – chiede di essere intrecciata con la mia».

La quasi totalità delle notizie riportate in questa pagina è tratta dal libro:
Lino Tonti, San Raffaele Arcangelo: una grande famiglia. Rimini 1961-2011, Il Ponte Edizioni, Rimini, 2012, pp. 200.